La Nevola di Ortona è stata inserita nei P.A.T. della Regione Abruzzo

La Pro loco San Nicola aps di Ortona ottiene l’inserimento nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali

08/01/2024
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 La Pro loco San Nicola aps di Ortona ottiene l’inserimento  della Nevola di Ortona nei  P.A.T. Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Regione Abruzzo.  A renderlo noto è  la presidente della  Proloco San Nicola, Franca D'Arielli.  

" Un iter iniziato nel mese di  ottobre 2022  - sottolinea la presidente - per  reperire tutte le info necessarie per ottenere  questo prestigioso riconoscimento: una relazione storica , un disciplinare di produzione , uno studio   per illustrare la ricaduta socio economica del prodotto sul territorio, la cartografia del territorio del comune di Ortona " 

Le ricerche della Pro loco sono iniziate  presso il Museo delle Genti d'Abruzzo a Pescara  dove,  grazie ad un   testo scritto da  Franco Cercone ,  uno dei maggiori studiosi. abruzzesi di antropologia, agronomia e storia dell'alimentazione,   sono  sono state trovate tante informazioni utili.

La nevola di Ortona fra storia e gastronomia ” questo il titolo del libro  e tra le varie informazioni , sottolinea D'Arielli  , si  legge che " già   dal  1500 la nevola era apprezzata  a Ortona "

Preparata e inviata tutta la documentazione richiesta,   finalmente,  l'11 dicembre 2023  è arrivata la " determinazione regionale "

 " Determinazione DPD019/182 del 11.12.2023 - Iscrizione nell’elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali della "Nevola di Ortona – Nevele di Urtone". " 

 

I prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) sono prodotti inclusi in un apposito elenco, istituito dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF) con la collaborazione delle Regioni. L'aggiornamento e la pubblicazione annuale dell'elenco sono a cura del Ministero che ha anche il compito di promuoverne la conoscenza a livello nazionale e all'estero

Ora , su proposta della regione ministero aggiornerà,   entro il 31 marzo 2024  l'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani

Ora, la nevola di Ortona ha la tutela “ come patrimonio gastronomico  e parte integrante del patrimonio culturale del nostro territorio -   conferma orgogliosamente Franca D'Arielli - 

il patto protegge le unicità e le tipicità dei prodotti tradizionali" 

La Pro loco  di San Nicola, Associazione di Promozione Sociale ,  ha appunto tra i suoi scopi quello di valorizzare e tramandare le tradizioni del territorio e “  la Pro loco di San Nicola  si è impegnata per ottenere questo importante riconoscimento a favore di tutta la comunità locale” 

Da dicembre 2023,  a fianco del “Confetto di Sulmona ”  e delle “Sise delle monache di Guardiagrele, Tre monti ”  c'è anche il  posto riservato alla la Nevola di Ortona . 

La Pro Loco dopo aver redatto  il disciplinare ,   ora si sta impegnando per  promuovere ed allargare la conoscenza della nevola  e  ha deciso di organizzare un corso teorico pratico per insegnare come di fanno le nevole .

Giovedì 11 gennaio  2024 i primi sette  partecipanti cominceranno a imparare la corretta  procedura per preparare “ come da disciplinare ”   la vera nevola ortonese . 

Franca D'Arielli e le sue collaboratrici,  nella sede della proloco di San Nicola,  in Villa San Nicola 133 Ortona,   insegneranno “  come fare le nevole ”.

La Pro Loco San Nicola, già durante gli eventi dell'estate 2023 ,  aveva iniziato a far vedere  come si fanno le nevole,    riscontrando un grande apprezzamento, sia tra gli ortonesi che che tra i turisti,  ed è così nata  l'idea  di attivare un laboratorio per l insegnamento della corretta realizzazione artigianale  e casalinga di questo prodotto

Realizzazione  che sino ad oggi è stata tramandata “ di madre in figlia e da nonna a nipote ” . 

Ad oggi  “ si sono già prenotate circa 100 appassionati , e non solo donne-  precisa la presidente - per imparare a fare le nevole ”  

 La Pro  Loco San Nicola vuole anche dare massima diffusione sia al “  Disciplinare ”  che alla sua “ Relazione Storica “ e alla ” scheda prodotto ” inviata per la richiesta di  inserimento nell’elenco della Regione Abruzzo :

 

Il disciplinare 

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Art.1 La denominazione “Nevola di Ortona” è riservata esclusivamente al prodotto che risponde alle condizioni ed ai requisiti del presente disciplinare di produzione. 

Art.2 La denominazione “Nevola di Ortona” è il nome del prodotto dolciario tradizionale ottenuto dalla lavorazione di un impasto a base : farina di cappelli, farina grano tenero, mosto cotto di uva Pergolone, olio extravergine d’oliva, buccia grattugiata di arancia, cannella, anicini(macinati) successivamente cotto in apposito ferro a forma rotonda. Il prodotto così ottenuto presenta una forma a cono, risultato della cialda arrotolata da abili mani friabile e leggera. Il suo peso massimo 15/17 gr. di colore bruno caramellato che ricorda l’ingrediente principale ossia il mosto cotto e i colori dei tralci a fine vendemmia della vite del Pergolone. 

Art.3 La zona di produzione della “Nevola di Ortona” comprende l’intero territorio del Comune di Ortona, centro e le 54 frazioni. 

Art.4 La produzione della “Nevola di Ortona” avviene in modo specifico esclusivamente nel territorio del Comune di Ortona, in modo capillare a livello domestico e commerciale nelle pasticcerie, forni, panetterie. 

Art.5 

5.1 Ingredienti obbligatori La preparazione dell’impasto della “Nevola di Ortona” prevede obbligatoriamente l’impiego dei seguenti ingredienti, in quantità riferibili a 1 dose: 

- 500 ml di mosto cotto di uva Pergolone 

- 250 ml olio e.v.o. - 1 bicchiere di acqua 

- 50 gr. Zucchero ( consentito solo se il mosto cotto non è di uva Pergolone) - buccia grattugiata di 1 arancia 

- n. 2 ceppi di cannella - 1 cucchiaio di cannella macinata 

- farina di grano duro Cappelli gr. 400 

- farina di grano tenero gr. 600 

5.2 Ingredienti facoltativi 

E’ previsto l’utilizzi tra gli aromi di anicini macinati Non sono ammessi altri ingredienti, additivi, coloranti o conservanti. Non è ammesso l’impiego di cacao o di uova. 

5.3 Lavorazione degli ingredienti Mettere a bollire il mosto cotto con olio, zucchero, acqua, ceppi di cannella, cannella macinata, buccia d’arancia (anicini macinati ). Iniziato il bollore togliere i ceppi di cannella e versare il composto bollente un po’ alla volta nella farina disposta a fontana. Si procede in questo modo fino ad esaurire l’intero liquido, facendo amalgamare piano piano la farina, ottenendo alla fine un impasto morbido leggermente appiccicoso. Lasciare riposare per una decina di minuti coprendo con un canovaccio umido. 

5.4 Cottura La cottura avviene in un ferro da cialde a forma rotonda preventivamente unta con olio nelle due facce del ferro e riscaldato fino a farlo diventare rovente. L’impasto per essere cotto viene suddiviso in tante palline della grandezza di una noce. Ogni pallina, una alla volta, viene messa al centro del ferro arroventato, si schiaccia deli- catamente e si lascia cuocere per circa 2 min. Per lato. A cottura ultimata si avrà una cialda gonfia, togliere dal ferro e velocemente eseguire lo sdoppiamento ottenendo 2 cialde sottilissime. Ognuna di esse presenterà due facce una liscia , rimasta a contatto con il ferro che avrà impressi i disegni della forgiatura e una grezza che combaciava con l’altra parte. Dopo lo sdoppiamento, prima che si freddino arrotolarle con la faccia grezza all’interno dando la particolare forma a cono. Poggiare la “Nevola” in modo che non si srotoli e ricominciare la cottura di un’altra pallina fino alla fine dell’impasto. 

5.5 Terminata la cottura le “Nevole” ottenute si possono conservare in qualsiasi confezione con- forme alla normativa vigente atta a garantire la fragranza del prodotto; può essere confezio- nato in vassoi o scatole di cartone con coperchio richiudibile e in qualsiasi confezione realiz- zata con materiali idonei a garantirne le caratteristiche. Nel caso in cui il prodotto sia venduto sfuso il confezionamento avviene secondo le esigenze del consumatore purché in conformità della normativa. I suoi ingredienti ne fanno un prodotto a lunga conservazione, adatto anche all’esportazione lontano dai confini di Ortona ma mantenendo sempre la sua identità territoriale. 

Art. 6 Legame con l’ambiente 

L’intero territorio di Ortona si caratterizza per una forte presenza dell’artigianato dolciario che affonda le radici nella storia stessa della città. Le origini della “Nevola di Ortona” risalgono a diversi secoli fa con la ricetta tramandataci che ha mantenuto il suo carattere d’origine e originalità divenendo simbolo di Ortona e orgoglio degli ortonesi. Il suo consumo e produzione avviene quotidianamente e in modo capillare nelle famiglie ortonesi ed è il dolce per eccellenza nelle occasioni speciali; non c’è una cerimonia quale nascita, battesimo, comunione, cresima, matrimonio, laurea o anche solo momenti conviviali in cui non sia presente, anzi è molto ricercata e averla sul tavolo aggiunge raffinatezza e cura all’evento. La sua particolare preparazione è da intendere quale arte e rito singolare. Arte tramandata di mamma in figlia, di nonna in nipote che nel corso dei secoli è riuscita a mantenere il suo carattere primitivo. In ogni famiglia riunirsi insieme a fare le “Nevole” caratterizzava un mo- mento intimo e rituale, dove ognuno aveva il suo ruolo chi cuoceva, chi spaccava (sdop- piava) chi sistemava sulla spianatoia tra la curiosità dei più piccoli. Un incontro tra genera- zioni, dove si passava il sapere e il modo di fare. Il legame forte e duraturo con il territorio ortonese è dimostrato da fattori storici, economico- produttivo e culturale. Secondo la tradizione orale la presenza della “Nevola di Ortona” risalirebbe al XIII/XIV sec. Attribuendone la maternità a un gruppo di suore del posto che diedero forma e sostanza a questo dolce utilizzando il ferro delle ostie .La particolare cottura nel ferro tondo è usanza farla durare per il tempo necessario a recitare l’Ave Maria; recitare metà preghiera per un lato del ferro e metà per l’altro. Fonti scritte confermano la sua presenza nel XVI sec. Se ne ha prova da diversi documenti quali ricettari rinascimentali, inventari delle masserizie di cu- cina, atti dotali che fanno riferimenti ai ferri utilizzati alla sua cottura. Degno di nota l’atto dell’arcivescovo di Lanciano Tasso che la cita nel “Synodus Dio- cesana Lancianesi” del 1595 proibendone la sua preparazione fino alla sua morte. Si pensa che tale proibizione fosse da attribuire alla particolare forma conica che evocava una forma fallica. Il legame forte con il territorio è dato anche dai suoi ingredienti: il mosto cotto otte- nuto dall’uva Pergolone, pregiata uva da tavola di cui fino a poco tempo fa era consen- tita la vinificazione era ampiamente coltivata nella zona di Ortona e venduta sia sul mercato nazionale e sia su quello estero. Il mosto cotto è il prodotto finale della bollitura lenta e lunga del mosto d’uva in tradizionali paioli di rame con riduzione di 1/3; il grano in special modo Senatore Cappelli, era anch’esso molto presente nella zona; l’arancia era quella selvatica, conosciuta meglio come “cetrangolo” , varietà amara diffusa sulla costa abruzzese; olio di oliva delle coltivazioni locali. Ingredienti semplici quindi che non hanno subito trasformazioni, hanno mantenuto nel tempo l’unicità di questo dolce unitamente alla sua particolare cottura. Il ferro a tenaglia ha nascita assai remota, Margherita d’Austria, padrona di Ortona dove visse fino alla sua morte, si fece realizzare come in uso a tutte le famiglie nobili della zona, un ferro personalizzato con lo stemma del casato e le proprie ini- ziali. La “Nevola di Ortona” una specialità antica che ha destato l’interesse di un eccellente stu- dioso dell’antropologia dell’alimentazione Franco Cercone che ne ha studiato le origini e le ha dedicato un saggio “Nevola di Ortona fra storia e gastronomia”(testo consultabile pres- so la biblioteca del Museo delle genti d’Abruzzo presso il centro studi demo-antropologico F.Cercone ). Lo studioso riconoscendo la grande unicità di questo prodotto invita a porre in essere tutele al fine di salvaguardarla e garantirne il futuro ritenendola patrimonio storico- tradizionale. A questo scopo è sorta una associazione – Onlus “ Gli amici della Nevola” di Ortona che ne promuove la conoscenza anche attraverso raccolte di poesie dialettali. ART.7 La verifica sulla conformità del prodotto al disciplinare sarà svolta conformemente a quanto stabilito dall’art.37 del reg. n. 1151/2012 da organismo di controllo preposto allo scopo. ART.8 Etichettatura La “Nevola di Ortona” è commercializzata sia in confezioni quali vassoi o scatole sia sfuso direttamente al consumatore con la dicitura “Nevola di Ortona” posta bene in vista e l’acronimo P.A.T. A garanzia del consumatore possono essere indicate facoltativamente informazioni di carattere nutrizionale oltre all’uso di ragioni sociali e marchi privati purché non possano trarre in inganno l’acquirente.

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RELAZIONE STORICA “NEVOLA DI ORTONA” 

La “Nevola di Ortona” è una specialità antica da valorizzare e preservare quale patrimonio culturale della città di Ortona. Essa è molto differente dalla “pizzella” o “ferratella” o “neola” in uso in tutto l’Abruzzo e si riesce a trovarla solo esclusivamente nel territorio ortonese, dove la sua presenza è radicata da molti secoli. Gli ingredienti semplici, immutati nel corso degli anni, ne fanno un prodotto artigianale tradizionale e popolare. La lavorazione è molto singolare , praticamente è un arte tramandata di mamma in figlia, di nonna in nipote. La peculiarità della cottura, rigorosamente in un ferro a forma tonda, permette la sua accartocciatura a forma conica, tecnica e arte di abili mani. 

La forma a cartoccio la rende unica e questo termine antico si rinviene in un trattato “Opera” di Bartolomeo Scappi nel ‘500. 

Le origini della “Nevola” infatti sono assai remote, seconda la tradizione orale la sua nascita risalirebbe al XIII/XIV secolo ad opera di un gruppo di suore del posto, che diedero forma e sostanza a questo dolce, così particolare, utilizzando il ferro delle ostie. 

Può essere un legame con questa ipotesi l’usanza tramandata della durata della cottura di una preghiera, si procede alla cottura recitando un AveMaria, metà cuocendo su un lato del ferro, l’altra metà girando e cuocendo sull’altro lato del ferro ultimando e togliendo la cialda cotta.

 Fonti scritte confermano la sua presenza nel XVI secolo, se ne ha la prova in diversi documenti in scritti rinascimentali, in inventari di masserizie di cucina e in atti dotali.

 La sua presenza si ipotizza fosse nota dalla metà del 1500 e siccome non aveva nessun legame con festività è rimasta nei secoli come dolce della quotidianità. 

Dapprima diffusa e celata nelle famiglie borghesi successivamente si diffonde anche ai ceti meno abbienti, anche tramite il personale di servizio, e diventa il simbolo univoco di dolce prelibato, preparato allora come oggi, nelle ricorrenze festose e occasioni importanti di ogni famiglia, nascita, battesimo, comunione, cresima, matrimonio e qualsiasi momento di convivialità. 

Margherita D’Austria, padrona di Ortona, aveva anch’essa il ferro tondo per le “Nevole” con la forgiatura dello stemma del casato e le iniziali del suo nome. 

Era usanza fino a qualche anno fa nelle famiglie ortonesi inserire nella famosa “dote” da sposa anche il ferro delle nevole personalizzato e non ad indicare e a sottolineare il bisogno di avere questo strumento per la conduzione della nuova famiglia. 

Si parla della “Nevola” infatti in testi di Faccioli “Coquina Jovis” e di Teofilo Folengo “Baldus”. 

Gabriele D’Annunzio la cita ne il Piacere definendola “il vero lusso d’una mensa”. Altro cenno storico documentato è nel Synodus Diocesana Lancianesi del 1595 dove l’Arcivescovo di Lanciano Tasso ne proibiva la preparazione. Tale divieto fu mantenuto per almeno 12 anni, fino alla morte di Tasso nel 1607, forse perché la cialda accartocciata evocava una forma fallica. 

Studi recenti con ricognizione storica approfondita sono stati fatti dallo studioso Franco Cercone dove parla ampliamente della Nevola ritenendola patrimonio da preservare nel saggio “Nevola di Ortona fra storia e gastronomia”. 

Le caratteristiche principali fanno della “Nevola di Ortona” un dolce degno di attenzione gastronomica, ricca di storia antica ma che ancora oggi mantiene il suo carattere primitivo che lo identifica quale dolce tipico tradizionale inconfondibile.

La Scheda tecnica PAT Nevola di Ortona 

 

PRODOTTI TRADIZIONALI di cui al D.Lgs. 30.04.98 n.173 art.8 e D.M. 8.9.99, n.350
Per la richiesta di modifca e/o inserimento nell’elenco della Regione Abruzzo

DATI RELATIVI AL SOGGETTO PROPONENTE

DATI RELATIVI AL SOGGETTO PROPONENTEPROLOCO SAN NICOLA APS
IndirizzoVilla San Nicola,133
citta’Ortona (Chieti)
Referente (se diverso dal
proponente)
D’Arielli Franca -presidente pro tempore
  
SCHEDA IDENTIFICATIVA DEL PRODOTTO
MODIFICA INSERIMENTO X
1- Tipologia (verificare l’appartenenza ad
una delle categorie previste dalla normativa: allegato I del Trattato, Allegato I del Reg Cee. N. 2081/92
Prodotti della panetteria, della pasticceria
della confetteria e della biscotteria
2- Nome del prodotto, compresi sinonimi
e termini dialettali
NEVOLA DI ORTONA -Nevèle di Urtòne-
3- Territorio interessato alla produzioneComune di Ortona (CH)
4- Descrizione sintetica del prodotto
(descrivere gli elementi essenziali del prodotto quali: aspetto, colore, dimensioni, consistenza, ingredienti, caratteristiche organolettiche

Cialda arrotolata a forma di cono, di colore
bruno caramello, del peso di circa 15/17 gr. e di dimensione di 12/13 cm.
Ingredienti: mosto cotto di uva varietà Pergolone, farina (miscela di farina di grano duro, preferibilmente della varietà Senatore Cappelli, e farina di grano tenero), olio extra vergine di oliva, buccia d’arancia grattugiata, cannella, semi di anice macinati, acqua (con aggiunta di zucchero se il mosto è di altro vitigno)

Caratteristiche organolettiche : dolce profumato, leggero e friabile

5- Descrizione delle metodiche di
lavorazione (riportare le fasi, le metodiche di lavorazione e/o di preparazione, periodo e modalità di stagionatura, ecc. secondo gli usi locali consolidate nel tempo

La NEVOLA DI ORTONA si ottiene mettendo
a bollire il mosto cotto con olio, (zucchero eventualmente), acqua, ceppi di cannella e cannella macinata, buccia d’arancia grattugiata e semi di anice macinato. Iniziato il bollore togliere i ceppi di cannella e versare il liquido bollente un po’ alla volta nella miscela di farine (grano duro e tenero) disposta a fontana, si procede in questo modo fino ad esaurire il liquido, facendo
amalgamare piano piano la farina, ottenendo alla fine un impasto morbido, leggermente appiccicoso. Lasciare riposare per una decina di minuti, coprendo con un canovaccio umido.

Si procede alla cottura che avviene in un ferro
da cialde a forma rotonda preventivamente unta con olio nelle due facce e riscaldato fino
a farlo diventare rovente. L’impasto per essere cotto viene suddiviso in tante palline della grandezza di una noce. Ogni pallina, uno alla volta, viene messa al centro del ferro arroventato, si schiaccia delicatamente e si lascia cuocere per circa 2 min. per lato. A cottura ultimata si avrà una cialda gonfia, togliere dal ferro e velocemente eseguire lo sdoppiamento ottenendo 2 cialde sottilissime. Ognuna di esse presenterà una faccia liscia, rimasta a contato con il ferro che avrà impressi i disegni della forgiatura e una grezza, che combaciava con l’altra parte. Dopo lo sdoppiamento, prima che si freddino, arrotolarle con la faccia grezza all’interno dando la particolare forma a cono. La Nevola così ottenuta va poggiata, facendo attenzione che non si srotoli; ricominciare la cottura di un’altra pallina fino alla fine dell’impasto.

6- Materiali, attrezzature specifiche
utilizzato per la preparazione e il condizionamento (da descrivere in modo particolare per i prodotti di cui si chiede la deroga dalla regolamentazione europea sull’igiene degli alimenti
Ferro per cialde a tenaglia, di forma rotonda,
preventivamente unto d’olio e arroventato
7- Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura (da descrivere in modo particolare per i prodotti di cui si chiede la deroga dalla regolamentazione europea sull’igiene degli alimentiLocali di cucina domestica e laboratori di pasticcerie e panetterie.
8- Elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore a 25 anni (citare e allegare copie di test, citazioni, foto; riportare eventuali testimonianze e qualsiasi altra documentazione comprovante l’ esistenza e l’uso costante del prodotto nella tradizione alimentare locale.

LA “NEVOLA DI ORTONA” è un dolce antico tipico del territorio ortonese, in provincia di Chieti, dove la sua presenza è radicata da molti secoli. Essa è molto differente dalla “pizzella” o “ferratella” o “neola” in uso in tutto l’Abruzzo. Gli ingredienti semplici, immutati nel corso dei secoli, ne fanno un prodotto artigianale, tradizionale e popolare.

La lavorazione è molto singolare, praticamente è un’arte tramandata di mamma in figlia, di nonna in nipote. La peculiarità della cottura, rigorosamente in un ferro a forma tonda, permette la sua accartocciatura a forma conica, tecnica e arte di abili mani.

La forma a cartoccio la rende unica e questo termine antico si rinviene in un trattato “Opera” di Bartolomeo Scappi nel ‘500.

Le origini della “Nevola”, secondo la tradizione orale, risalirebbe al XIII/XIV secolo ad opera di un gruppo di suore del posto, che diedero forma e sostanza a questo dolce, così particolare, utilizzando il ferro delle ostie. Può essere un legame con questa ipotesi l’usanza tramandata della durata della cottura di una preghiera, si procede alla cottura recitando un Ave Maria, metà cuocendo su un lato del ferro, l’altra metà girando e cuocendo sull’altro lato del ferro ultimando e togliendo la cialda cotta.

Fonti scritte confermano la sua presenza nel XVI secolo, se ne ha la prova in diversi documenti in scritti rinascimentali, in inventari di masserizie di cucina e in atti dotali. La sua presenza si ipotizza fosse nota dalla metà del 1500 e siccome non aveva nessun legame con festività è rimasta nei secoli come dolce della quotidianità. Dapprima diffusa e celata nelle famiglie borghesi successivamente si diffonde anche ai ceti meno abbienti, anche tramite il personale di servizio, e diventa il simbolo univoco di dolce prelibato, preparato allora come oggi, nelle ricorrenze festose e occasioni importanti di ogni famiglia, nascita, battesimo, comunione, cresima, matrimonio e qualsiasi momento di convivialità.

Margherita d’Asburgo, nota come Margherita D’Austria (Oudenaarde, 5 luglio 1522 – Ortona, 18 gennaio 1586), padrona di Ortona, aveva anch’essa il ferro tondo per le “Nevole” con la forgiatura dello stemma del casato e le iniziali del suo nome. Era usanza fino a qualche anno fa, nelle famiglie ortonesi, inserire nella famosa “dote” da sposa anche il ferro delle nevole personalizzato, e non, ad indicare e a sottolineare il bisogno di avere questo strumento per la conduzione della nuova famiglia.

Si parla della “Nevola” infatti in testi di Faccioli “Coquina Jovis” e di Teofilo Folengo “Baldus”.

Gabriele D’Annunzio la cita ne il Piacere ”(pubblicato nel 1889) definendola “il vero lusso d’una mensa”.

Altro cenno storico documentato è nel Synodus Diocesana Lancianesi del 1595 dove l’Arcivescovo di Lanciano Tasso ne proibiva la preparazione. Tale divieto fu mantenuto per almeno 12 anni, fino alla morte di Tasso nel 1607, forse perché la cialda accartocciata evocava una forma fallica.

Studi recenti con ricognizione storica approfondita sono stati fatti dallo studioso Franco Cercone dove si parla ampliamente della Nevola ritenendola patrimonio da preservare nel saggio “Nevola di Ortona fra storia e gastronomia” (allegato).

Le caratteristiche principali fanno della “Nevola di Ortona” un dolce degno di attenzione gastronomica, ricca di storia antica ma che ancora oggi mantiene il suo carattere primitivo che lo identifica quale dolce tipico tradizionale inconfondibile. L’uso frequente nelle famiglie ortonesi fa sì che alla produzione domestica, occasionale, si associ quella quotidiana di pasticcerie e panetterie locali; a testimoniare l’interesse che desta nella pasticceria odierna, è stata presentata, nel 2018, come elaborato d’esame da uno studente, Xhuliano Metushi, dell’Alma Srl Scuola Internazionale Di Cucina Italiana di Colorno (PR).

La NEVOLA DI ORTONA ha ispirato anche
numerose poesie dialettali raccolte dall’associazione “Amici della Nevola” onlus ( in all. alcune poesie). 


 

 

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