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Slow Food: chiariamo il concetto di "sovranità alimentare"

Parla Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia: "La sovranità alimentare non è sinonimo di autarchia"

redazione
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Quando in Italia sono arrivati i fastfood e si è affacciata la globalizzazione, in largo anticipo sul pensiero collettivo c'è stato qualcuno che ha inventato lo slow food: si tratta del gastronomo e pensatore Carlo Petrini, il quale, applicando contro l'omologazione del cibo l'approccio Glocal al grido dello slogan "buono, pulito e giusto”, già nel 1986 fondò l'associazione Slow Food.

Oggi siamo lieti di pubblicare un Comunicato giuntoci in redazione da parte dell'Ufficio Stampa Slow Food, che ci aiuterà a comprendere al meglio il concetto di “sovranità alimentare”, nato in realtà in seno ai movimenti ecologisti di ambienti di sinistra.

«La sovranità alimentare non è sinonimo di autarchia: è il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari senza costrizioni esterne legate a interessi privati e specifici. È un concetto ampio e complesso che sancisce l’importanza della connessione tra territori, comunità e cibo, e pone la questione dell’uso delle risorse in un’ottica di bene comune, in antitesi a un utilizzo scellerato per il profitto di alcuni» dichiara Barbara Nappini presidente di Slow Food Italia.

Nel 2008, l'International Assessment of Agricultural Science and Technology for Development (IAASTD) - panel intergovernativo con il patrocinio delle Nazioni Unite e della Banca Mondiale - ha definito la sovranità alimentare come “il diritto dei popoli e degli Stati sovrani a determinare democraticamente le proprie politiche agricole e alimentari”. Ma questo concetto fondamentale è stato introdotto più di dieci anni prima da Via Campesina, movimento internazionale che coordina le organizzazioni contadine dei piccoli e medi produttori, dei lavoratori agricoli, delle donne rurali e delle comunità indigene dell'Asia, dell'Africa, dell'America e dell'Europa.

«Un concetto quanto mai attuale oggi, che ci riguarda tutti: non a caso da molti anni Slow Food si occupa di sovranità alimentare, supportando e promuovendo in tutto il mondo i sistemi locali del cibo, fortemente legati ai territori, basati sulle connessioni, sulle comunità, in grado di combattere lo spreco alimentare, di valorizzare la produzione di piccola e media scala e di proteggere la biodiversità. Sistemi di produzione a bassi input esterni e ad alto tasso di competenze, creatività e buone pratiche» conclude Barbara Nappini.

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