Partecipa a Terre Di Chieti

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

«La mafia non scomparirà da sola, c’amma fa?»

La testimonianza del giudice anticamorra Catello Maresca agli studenti e agli avvocati, doppio incontro organizzato dai Giuristi Cattolici

Condividi su:

«La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine». La celebre frase di Giovanni Falcone è stato il primo spunto da cui è partito Catello Maresca, magistrato per tanti anni in prima linea contro il clan dei Casalesi e protagonista di alcuni arresti eccellenti come quello del boss Michele Zagaria, nell’incontro con gli studenti del Pantini-Pudente di Vasto. Accanto al magistrato, di fronte una folta e attenta platea, il moderatore dell’incontro Lorenzo Salerni (giovanissimo giornalista vastese approdato a Mediaset) e Raffaella Valori, presidente della sezione vastese dell’Unione Giuristi Cattolici di Vasto che ha organizzato gli incontri vastesi di Maresca.

«Il genio di Giovanni Falcone» è il titolo dell’ultimo libro di Catello Maresca. Genio perché ha anticipato i tempi, ha delineato strumenti e analisi che dovrebbero essere eredità collettiva ha sottolineato il magistrato campano. Un’eredità che non va accolta in maniera passiva ma attiva, partecipata, onesta. La mafia è un fenomeno umano e potrebbe, quindi, un giorno scomparire. Ma non lo farà da sola, ha esortato i giovanissimi presenti Maresca. «La mafia non scomparirà da sola, c’ammà fa?» è la domanda che Maresca ha posto alla platea studentesca. È necessario quindi, ogni giorno, tutti, schierarci dalla parte della legalità, dell’onestà, scegliere Falcone e non i modelli negativi criminali che troppo spesso vengono diffusi anche dai mass media e dal mondo della musica. Tra i modelli negativi Maresca ha citato personaggi televisivi come Rosa Ricci e “cantanti” come Niko Pandetta, oggi in carcere, e Baby Gang. 

Maresca ha sottolineato come Falcone è stato tanto osteggiato in vita quanto sbandierato da morto, diventa facciata strumentalizzata da chiunque. Il 23 maggio, come il 19 luglio e altre date, diventata occasione per sfilate troppo spesso vuote e non corrispondenti ai fatti. Un vuoto reale che rappresenta, ha dichiarato con forza il magistrato e scrittore, il fallimento della “nostra generazione” contro le mafie. Se Falcone e Borsellino devono essere ricordi in maniera ipocrita, è l’esortazione di Maresca, meglio non commemorarli, dimenticarli o far finta di dimenticarli.

Nel pomeriggio si è tenuto il secondo incontro di Maresca a Vasto, nell’aula dell’Impegno Solenne del Tribunale di Vasto, con l’avvocatura.  Incontro organizzato dall’Unione Giuristi Cattolici di Vasto in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Vasto, l’Osservatorio regionale della legalità della Regione Abruzzo e il patrocinio del Comune di Vasto

Insieme a Raffaella Valori e Lorenzo Salerni sono intervenuti Domenico Seccia, procuratore capo di Vasto, la presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Vasto Maria Sichetti, il sindaco Francesco Menna, l’assessora alla legalità e alle politiche sociali Anna Bosco, il presidente dell’osservatorio regionale della legalità Francesco Prospero e il senatore Etelwardo Sigismondi, membro della Commissione Parlamentare Antimafia. 

Sigismondi ha ricordato l’impegno della Commissione Antimafia nell’ascolto dei territori e nella difesa dei presidi locali di legalità, Prospero ha ripercorso l’attività dell’osservatorio dalla sua istituzione (grazie alla proposta dell’allora consigliere regionale Pietro Smargiassi) e dal momento in cui ne è stato nominato presidente, Anna Bosco ha sottolineato l’importanza della progettualità che si sta mettendo in campo per il riuso a fini sociali per il disagio abitativo di due beni confiscati in città alla criminalità organizzata: «Luoghi che, invece di rappresentare illegalità e sopraffazione, saranno simbolo di rinascita, dignità e inclusione sociale, verrà restituita alla collettività ciò che la criminalità aveva sottratto, un atto di giustizia e di speranza per il futuro». 

Un profondo e articolato intervento di Seccia ha ricostruito la genesi delle mafie e dell’impegno contro di essi, senza sconti al legislatore e a chi non sempre ha portato avanti leggi all’altezza delle necessità. E senza dimenticare esempi non edificanti forniti negli anni dall’interno della stessa magistratura. Il pensiero va, tra gli altri, al “sistema Palamara” con cui – ha ricordato il procuratore – lui stesso si è scontrato quando gli è stato preferito un altro (che le cronache riportarono essere molto vicino all’ex magistrato Palamara) per la Procura di Reggio Calabria. Maresca è tornato su alcuni dei temi già affrontati la mattina con le scuole, ha ricordato quanto subito in vita da Falcone, non ha fatto sconti al governo. «Qualcuno di voi può dire il nome di qualcuno che ha consapevolezza nella lotta alle mafie? Nessuno - le sue parole in cui ha fatto riferimento anche a Caivano dove – spostano solo il problema da un’altra parte». Maresca è tornato sulla magistratura che in vita perseguitò Falcone e poi, una volta morto, si è scoperta piena di suoi amici e collaboratori, veri e presunti. Il magistrato campano ha citato alcuni versi di una canzone che incita allo stupro, ha ricordato la videochiamata di Baby Gang a Niko Pandetta in un recente concerto (Pandetta è in carcere e non potrebbe accedere ai telefoni) e come anche determinati personaggi che vengono da contesti mafiosi utilizzano i social – come continua da anni a fare Salvo Riina, il terzogenito del defunto boss Totò Riina – per veicolare determinati messaggi.    

 

Condividi su:

Seguici su Facebook