«Non è degno di amministrare e neanche di esistere». È quanto si legge in una delle scritte che una mano “anonima” ha tracciato sui muri del cimitero e del centro anziani di Roccascalegna. Toni offensivi e minacciosi contro il primo cittadino del comune, Domenico Giangiordano, utilizzati da qualcuno nei giorni scorsi.
«Sabato mattina ho trovato dei manifesti anonimi, affissi abusivamente con frasi “vaneggianti” per i lavori che si stanno svolgendo in contrada Fontacciaro (lavori di pubblica utilità, che serviranno a far arrivare acqua nelle case di molte persone) – ha reso noto il 3 luglio il primo cittadino di Roccascalegna - accetto tutte le critiche, ma che siano costruttive e, soprattutto firmate con nome e cognome, altrimenti a chi avrei dovuto rispondere?»
«Oggi però si è superato ogni limite, imbrattare il cimitero e il centro anziani, con frasi senza senso… e soprattutto arrivare a minacciare di morte? – ha denunciato Giangiordano – Questo non lo posso accettare! Oggi ho provveduto a comunicare l’accaduto alle autorità competenti che svolgeranno le indagini per risalire all’autore».
A poche settimane dall’auto incendiata a Catia Di Fabio, dopo diverse scritte ingiuriose e volgari, a Monteodorisio un altro primo cittadino nel mirino. Circostanza sottolineata dal consigliere regionale Francesco Prospero, presidente dell’Osservatorio Regionale sulla Legalità, che ha espresso solidarietà a Giangiordano rinnovandola a Di Fabio.
«Come Presidente dell’Osservatorio della Legalità della Regione Abruzzo, desidero esprimere piena solidarietà al sindaco di Roccascalegna, Domenico Giangiordano, per i gravi atti intimidatori subiti in questi giorni: scritte minacciose e offensive sono apparse sui muri del cimitero e del centro anziani del paese, accompagnate da manifesti anonimi affissi abusivamente contro lavori pubblici essenziali per il benessere della collettività – ha dichiarato Prospero - Si tratta di gesti vili e inaccettabili, che travalicano ogni limite del confronto civile e democratico. Imbrattare luoghi simbolici, come il cimitero o il centro per anziani, è un’offesa non solo al sindaco, ma all’intera comunità. È un atto che colpisce la dignità di un paese e ferisce il senso stesso delle istituzioni».
«Il dissenso, quando è espresso in maniera rispettosa e responsabile, è legittimo ed è parte del dibattito democratico. Ma l’anonimato, l’intimidazione e la minaccia non sono forme di partecipazione: sono espressioni di un degrado che non possiamo più tollerare – ha sottolineato il presidente dell’Osservatorio Regionale sulla Legalità - Le critiche costruttive e firmate sono sempre benvenute. Chi invece si nasconde dietro il buio dell’anonimato per lanciare veleni dimostra solo debolezza e disprezzo per il bene comune».
«Desidero, nell’occasione, rinnovare anche la mia vicinanza alla sindaca di Monteodorisio, Catia Di Fabio, vittima nei mesi scorsi di un gesto analogo, con scritte ingiuriose comparse presso il cimitero comunale – ha concluso Francesco Prospero - Insieme dobbiamo dire basta. I sindaci dei piccoli comuni, che si barcamenano ogni giorno tra mille difficoltà per garantire servizi, ascolto e dignità ai propri cittadini, meritano rispetto e sostegno. Questo clima d’odio non fa bene a nessuno, né alle istituzioni né alle comunità. Come Osservatorio per la Legalità continueremo a vigilare, a denunciare ogni forma di intimidazione e a sostenere con forza chi, con spirito di servizio e trasparenza, si mette al servizio del proprio territorio. La legalità non è uno slogan: è la condizione indispensabile per costruire fiducia e futuro. A chi prova a seminare divisione e paura, rispondiamo con unità, determinazione e coraggio. Nessuna minaccia potrà fermare chi crede nella propria terra e nella democrazia».