Gravissime minacce di morte sono arrivate all’indirizzo del sindaco di Rapino, Rocco Micucci, sui social network, tanto che le forze dell’ordine hanno deciso di mettere il primo cittadino sotto “sorveglianza dinamica”.
A quanto pare questo è l’ultimo episodio di violenza verbale e non messo in atto contro il sindaco del comune dell’entroterra teatino.
Secondo il racconto del sindaco ci sarebbero stati, dapprima, atti di vandalismo con scritte infamanti sui muri del paese, per poi passare alle accese contestazioni, condite da offese personali ed osceni turpiloqui, ed infine ad episodi di violenza social e verbale verificatasi anche all’interno del municipio. Fortuna ha voluto che una di queste non si concludesse in qualcosa di peggiore.
Lo scorso giovedì, 13 aprile, è arrivato il terribile avvertimento al sindaco Micucci su alcuni profili social. “Fai bene a girare con la scorta - si legge nel commento – perché prima o poi una pistolata qualcuno te la da. E non farebbe una lira di danno”.

L’orrendo gesto ha indotto il primo cittadino a rivolgersi alle autorità competenti per la tutela della propria persona e dei propri cari. Inoltre, Micucci ha presentato una querela contro l’autore del commento che ora dovrà rispondere davanti alla giustizia delle proprie parole.
Il sindaco si dice profondamente turbato da quando accaduto ma l'amministrazione comunale non intende farsi intimidere dal tentativo di scatenare ritorsioni contro chi la guida e retrocedere dalle proprie azioni.
Già ormai da mesi che Micucci si dice costretto a sopportare ripetute violenze, verbali e fisiche, contro la sua persona. Ora però è preoccupato per i suoi cari dal momento che le minacce di morte e l’istigazione a ‘sparare’ sono reali, anche se digitate su Facebook. Per cui ha segnalato tutto alle Autorità competenti, perché ogni minaccia ed ogni aggressione anche verbale può essere il viatico ad azioni più concrete.
Secondo Micucci, “tacere su questi episodi può far passare l’idea che tutto sia possibile, che si può passare anche ad azioni dirette senza pagarne le conseguenze” . Le conseguenze di quelle parole sul social network invece ci sono sia per il sindaco che per la sua famiglia nonchè per tutti i membri dell'amministrazione comunale, che oggi si sentono in pericolo “ma anche per tutta la comunità di Rapino, che non ha mai vissuto, e ripeto mai, un atto di violenza così grave.”
“Tutti hanno il diritto di dissentire e pensarla diversamente, - conclude Rocco Micucci - ma le parole sono importanti, specialmente quando le si usa senza filtri sui social, perché si rischia di favorire un modo di agire tipicamente mafioso e sovversivo in un paese che non lo merita.”

