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Sevel. Ridotti i turni notturni

Nuova decisione della direzione aziendale che abbassa la produzione nello stabilimento

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Dopo la sospensione fino al 3 settembre scorso, ora arriva un’altra decisione della direzione aziendale di Sevel che abbassa ulteriormente la produzione nelle ore notturne.

Si tratta della riduzione dei carichi produttivi per ogni linea del turno C, i famosi “impostati”, nei due reparti della Lastratura e V1, la verniciatura Vecchia. Qui i lavoratori vengono impiegati dall’azienda su base volontaria.

Non si conoscono le motivazioni dietro a tale provvedimento ma, secondo varie fonti, sarebbero da ricercare in tre direzioni.  Le prime due riguarderebbero ragioni strettamente legate alla produzione: come la volontà di risparmiare sui costi energetici, ormai divenuti insostenibili per molte imprese, o l’adeguamento alla sempre più frequente mancanza di componentistica.

La terza strada, che preoccupa maggiormente sia i lavoratori della fabbrica sangrina e i sindacati, sarebbe da ricondurre alla presunta volontà del Gruppo Stellantis, guidato dall’amministratore delegato Carlos Tavarez, di favorire l’impianto gemello di Gliwice in Polonia.

Nelle ultime settimane la Fiom, mostrando forti preoccupazioni sulle prospettive future della Sevel, aveva chiesto l’attivazione della cassa integrazione per non far gravare i continui stop alla produzione sulle tasche dei lavoratori.

Inoltre, il sindacato si ero detto preoccupato per le ricadute economiche sull’intero indotto della Val di Sangro, nonostante alcune imprese stiano limitando i danni fornendo parte della produzione proprio lo stabilimento polacco.

Tutto ciò mentre non accennano a diminuire le difficoltà sul fronte delle forniture. La carenza dei componenti per i furgoni resta alta a causa della complicata situazione internazionale; a partire dal conflitto russo-ucraino, le cui conseguenze limitano il commercio dei metalli rari necessari alla fabbricazione dei componenti e innalzano il costo dell’energia, per finire con la crisi tra Cina e Taiwan, dove è presente la più grande fabbrica di microchip del mondo.

Queste difficoltà hanno indotto, la direzione aziendale a tornare sui propri passi sulla programmazione dei turni notturni, che proprio negli scorsi anni erano passati da 15 a 18, tornati ora a 15 con una parallela perdita di posti di lavori. I dipendenti, mandati a casa a scadenza di contratto o rispediti negli stabilimenti di appartenenza, sono oltre mille.

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