La Asl dispone “il divieto assoluto” di lasciare le auto in sosta nel piazzale antistante l’ospedale di Vasto, ma il sindacato chiede una deroga per il personale richiamato in servizio in pronta disponibilità di notte o nei giorni festivi.
Fa discutere il provvedimento adottato dal direttore generale Thomas Schael e dal direttore amministrativo Giovanni Stroppa che consente di lasciare nel parcheggio della struttura sanitaria solo le auto aziendali a diretto supporto dei servizi ospedalieri, mentre le restanti aree devono essere destinate esclusivamente alla polizia penitenziaria, ai portatori di handicap e alle partorienti. Shael e Stroppa sono perentori nel far presente che “eventuali inosservanze saranno considerate alla stregua di inadempienza e violazione degli obblighi di condotta passibili di sanzione disciplinare”.
La reazione del sindacato non si è fatta attendere.
La segreteria territoriale Fsi-Usae Chieti chiede al manager di riesaminare il provvedimento per dare la possibilità di parcheggiare ai dipendenti chiamati in pronta disponibilità nelle ore notturne e nei giorni festivi, anche alla luce della annosa carenza di spazi dove poter lasciare le auto in sosta nella zona dell’ospedale.
“La pronta disponibilità, come tutti sanno, è un servizio di emergenza-urgenza”, scrive il segretario territoriale, Raffaello Villani, “quindi il dipendente chiamato deve intervenire il prima possibile sul posto di lavoro per assicurare la prestazione nel più breve tempo. A volte arrivare cinque minuti prima può salvare una vita umana”, annota il sindacalista, che aggiunge, “nelle ore notturne e nei giorni festivi il piazzale è semi-vuoto e c’è posto per poter fare parcheggiare le auto dei dipendenti che sono solitamente poche unità e non creano disagio alcuno. Giungere nel pieno della notte”, aggiunge Villani, “e mettersi a cercare parcheggio significa perdere tempo prezioso e tutti sanno che nelle adiacenze del presidio ospedaliero di Vasto non ci sono aree di sosta. Ora ci si chiede se un parcheggio val bene una vita umana”, conclude il segretario territoriale Fsi-Usae.
Tratto dal quotidiano Il Centro