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Una giornata di riflessione e ricordo di quanti hanno perso la vita in nome della libertà

Festa della Repubblica, a Casalbordino cerimonia dedicata alla memoria del partigiano Alberto Mascioli

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Festa della Repubblica, il giorno in cui il popolo italiano scelse di chiudere l’esperienza monarchica e rinascere dopo la Seconda Guerra Mondiale con nuovi orizzonti democratici e di libertà. Nati, costruiti e difesi col sacrificio di generazioni di persone che diedero la vita per amor dell’Italia, per un futuro diverso del Paese. Il 2 giugno 1946 fu uno dei momenti fondamentali di anni difficili e drammatici e, allo stesso tempo, alti e nobili nei sentimenti e negli ideali che animarono giovani di tutta Italia. L’Abruzzo è la regione di una delle brigate partigiane storiche, la Brigata Maiella, e tanti furono i giovani abruzzesi che lottarono e persero anche la vita lottando nella Resistenza. Accanto al comandante Troilo nella Brigata Maiella c’era anche un giovanissimo casalese, Vittorio Travaglini. A Corfù dopo l’armistizio fu imprigionato, per essersi rifiutato di tradire l’Italia e passare con i nazisti, un altro casalese: Donato Spagnoli. Entrambi sono stati ricordati questa mattina da Antonio Presenza, studioso e cultore della riscoperta della storia di Casalbordino autore negli anni di diversi libri. A lui e al professor Giuseppe Del Bianco la comunità casalese deve la riscoperta della memoria di un giovanissimo casalese che fu ucciso durante la Resistenza: il partigiano Alberto Mascioli

Dopo la benedizione e la deposizione della corona ai caduti in piazza Umberto I, alla presenza dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche, del maresciallo dei carabinieri Nicola Di Lallo, del comandante della Polizia Locale Giuseppe Di Filippo e del prezioso e sempre indispensabile contributo della Protezione Civile “Madonna dell’Assunta” rappresentata dal responsabile Tommaso Bucciarelli, la cerimonia è proseguita nell’aula consiliare. Un momento della cerimonia di oggi dedicato alla memoria di Mascioli e del suo sacrificio. Dopo i saluti del sindaco Filippo Marinucci, a nome di tutta l’Amministrazione Comunale di cui erano presenti anche la vicesindaca Carla Zinni e gli assessori Amerigo Tiberio e Paola Basile, la storia di quei mesi e dell’uccisione di Alberto Mascioli e di altri tre partigiani è stata ripercorsa da Antonio Presenza. A seguire è stata consegnata la medaglia alla memoria a Giuliana Mascioli, nipote di Alberto. «Un momento sentito e di riflessione su quanti hanno perso la vita in nome della libertà – sottolinea l’Amministrazione Comunale - grazie al professor Giuseppe Del Bianco e Antonio Presenza per averci supportato nell'organizzazione del cerimoniale». 

Alberto Mascioli fu una delle vittime della “strage di Montecavallo”, avvenuta il 20 o 21 maggio 1944, o probabilmente proprio nella notte tra il 20 e il 21presso l'antico eremo della Romita al confine tra Umbria e Marche. Nell’eremo, utilizzato da tempo come base e rifugio di varie formazioni partigiane, erano in sosta quando una delazione permise ai tedeschi di scoprire dove si trovano. Furono così circondati e nella battaglia furono uccisi Alberto Mascioli, Luigi Gaiani, Carlo Meloni e Dušan Matić

 

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