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Cultura in lutto: è morto Mimì Barbati, resuscitò la storica casa editrice Carabba

L’annuncio della scomparsa sui social dal figlio Stefano

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In questa prima, assolata, domenica di autunno il mondo della cultura abruzzese è segnato da una triste notizia: la morte a Lanciano di Mimì Barbati, storico editore e libraio. 

Barbati è stato per decenni una colonna della cultura lancianese e di tutto il circondario e il suo nome resterà per sempre legato ad una pagina importante della storia dell’editoria abruzzese: fu lui nel 1967 a resuscitare la casa editrice Carabba

L’annuncio della scomparsa è stato pubblicato sui social dal figlio Stefano questa mattina. «Mimì Barbati è stato un riferimento nella cultura lancianese facendo della gloriosa Libreria Barbati un vivace salotto culturale e un punto di riferimento di intellettuali, e persone comuni. Nel ’67 ha resuscitato la gloriosa Casa Editrice Carabba riportandola a Lanciano, posizionandosi sempre in seconda fila, lasciando ad altri Glorie e Ribalte – ricorda Stefano in un post su facebook - Era animato da una profonda, ma non fanatica Fede cristiana, coltivandola con riferimenti letterari importanti e occupandosi di iniziative di volontariato, contribuendo alla crescita della comunità di recupero Progetto Vita. Si è fatto volere bene da tutti con gentilezza e umiltà, caratteristiche oggi sempre più rare. Si è spento ieri pomeriggio a casa, serenamente, circondato dagli affetti più cari ed accudito con amore e dedizione della mia mamma».

«Per chi volesse salutarlo, la camera ardente sarà allestita a casa in via Marcianese 244 (Sangrifone per gli amici) dalle 12 di domenica 21 settembre, mentre i funerali si terranno lunedì 22 settembre alle ore 15.30 presso la Cappella del cimitero di Lanciano – rende noto Stefano Barbati - Mimì non mancava di devolvere offerte annuali ad associazioni umanitarie per cui abbiamo deciso anche noi di devolvere le offerte del funerale ad Emergency per Gaza».

Il ricordo di Giorgio Ranalli, Libreria D’Ovidio

Oggi abbiamo la pretesa di pensare che con la morte di Mimí finisca un periodo storico e culturale per Lanciano, caratterizzato da amore per i libri e amore per la clientela. Di Mimí ricorderò sempre la sua onestà intellettuale, la sua gentilezza. Il suo rapporto con mio papà Matteo, e poi con me. Non ci siamo mai fatti concorrenza, sempre massimo rispetto. Partecipiamo al dolore per la sua scomparsa, al dolore della signora e dei figli. La chiusura della Libreria Cipolla, la morte di Mimí e la nostra prossima sospensione, credo che per Lanciano rappresentino un lutto civico oltre che umano perché vengono a mancare i riferimenti che hanno dato alla Città un certo lustro per cultura, generosità intellettuale e rispetto per i clienti.  Non trovo altre parole per salutare Mimí. È stato sempre presente, nonostante la sofferenza degli ultimi tempi. Oggi ci sentiamo un po’ più soli, un po’ più tristi. La morte di Mimí, dopo quella di mio padre, lascia un grosso vuoto. E non solo per me, ma per la città intera. Abbiamo piena fiducia che le attuali generazioni lancianesi, raccolgano queste eredità, valorizzandole.

Il ricordo di Mario Pupillo, ex sindaco di Lanciano

Ho conosciuto Mimì Barbati nel 1967 nella sua libreria allora collocata in corso Trento e Trieste, nell’ex palazzo della sottoprefettura, poco dopo abbattuto per ricostruire il palazzo UPIM per intenderci. La filodrammatica Amici della Ribalta aveva in mente di allestire la commedia di Eduardo “Non ti pago”. 

All’epoca era difficile trovare il testo. Lo trovammo nella libreria Barbati con l’editrice Einaudi nella collezione di teatro “Gli struzzi”. Organizzammo una piccola colletta e comprammo il libro, con lo sconto di Mimì, che capì subito la nostra scarsa disponibilità economica. 

Da allora fu il nostro fornitore ufficiale di copioni da leggere o mettere in scena. Nel tempo è nata una forte amicizia ed è stato vicino all’associazione rivestendo negli anni il ruolo di componente della giuria del Festival di teatro dialettale “Maschera d’oro” che quest’anno taglierà il traguardo delle ventuno edizioni.

Che dire di Mimì se non tutto il bene possibile per il ruolo che ha svolto nella città ed oltre. 

Con la sua storica libreria ha dispensato cultura, consigliando libri (che leggeva) chiedendo che destino aveva il regalo per armonizzare lettore e testo. Sempre scelte appropriate frutto di una forte intuizione e sensibilità. Tante sono state le iniziative e partecipazioni alla vita culturale della città. La rigenerazione della casa Editrice Carabba, insieme ad Emiliano Giancristofaro fu una delle cose più belle che oggi gli dobbiamo per una riscoperta che rinnova i fasti di un’esperienza lancianese che sembrava sepolta. 

La riflessione che emerge forte e rende la figura di Mimì rara, forse unica, è il constatare che alla sua grande cultura non si è mai accompagnata la presunzione che spesso genera distanza tra ll’uomo colto e il prossimo. 

Mimì era umile, disponibile, mai pretestuoso nel suo agire, mai discriminante in chi aveva un’altra opinione. Spesso l’intellettuale usa la sua posizione come un’arma, per colpire, allontanare e dividere. Mimì del suo sapere ne faceva un vessillo che radunava i suoi amici che lo hanno amato e ammirato, insieme alla sua bella famiglia che ha generato. 

Un esempio raro, di uomo vissuto fra i libri, che ho incontrato qualche tempo fa nella sua casa immersa nel verde, circondato dagli affetti familiari parlando di politica, di teatro, della deriva culturale, lucido e accanito lettore nonostante la biologia non fosse benevola con lui. 

Tutto quello che ha fatto lo ha vissuto sempre con discrezione, anche troppa, rifuggendo dai protagonismi e personalismi. La battuta che gli feci un giorno rubandola a mio cognato, Ciccillo, suo amico di sempre, di fronte all’incedere degli ignoranti, era quella di ricordargli: Mimì: Umiltà quanto basta…senza esagerare!

Grazie Mimì per quello che ci hai donato. Lanciano e tutti noi ti dobbiamo moltissimo. 

Un abbraccio forte a Franca e a tutta la famiglia Barbati.

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