“Mare Fuori 3” su Raiplay sta riscuotendo, in una decina di giorni, grande successo e attenzione. È grande l’attesa per lo sbarco in prima serata su Rai2 da mercoledì prossimo. Due gli attori abruzzesi che hanno partecipato alla terza serie. All’attore pescarese nato a Lanciano Nicolò Galasso, che interpreta uno dei ragazzi detenuti nell’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida e presente già in precedenza, si è aggiunta l’attrice pescarese Lucrezia Guidone, interprete di una educatrice dell’Istituto.
Ieri sera una rappresentanza del cast è stata ospite di Amadeus durante la quarta serata del Festival di Sanremo. Dopo la presentazione del conduttore i tre interpreti di “Mare Fuori 3” Valentina Romani, Nicolas Maupas e Giacomo Giorgio hanno cantato la sigla della fortunata fiction RAI.
La serata di ieri è stata la seconda in cui l’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida è stato protagonista del Festival. Mercoledì Francesca Fagnani ha letto sul palco un monologo scritto da alcuni dei ragazzi. Al termine della lettura Francesca Fagnani ha ringraziato Lucia, che ha partecipato all’incontro con i detenuti minorenni che ha portato alla redazione del monologo letto sul palco. Francesca Fagnani si riferisce a Lucia Di Mauro. Il marito Gaetano Montanino fu assassinato con nella notte tra il 3 e il 4 agosto 2009 a piazza Mercato, in pieno centro di Napoli, con otto colpi di pistola. Il 21 marzo 2017 Lucia Di Mauro sta partecipando all’incontro di Libera nell’Istituto Penitenziario minorile di Nisida quando vede un ragazzo in lacrime, tremava dal pianto. Lei si avvicina e si sono abbracciati, il ragazzo quasi svenne. Era Antonio, uno dei condannati per l’assassinio del marito di Lucia.
Il direttore di Nisida diversi giorni prima aveva comunicato a Lucia che Antonio voleva incontrarla. Il destino ha voluto avvenisse in una giornata simbolo come il 21 marzo, la Giornata in ricordo delle vittime di mafia e dell’impegno contro ogni mafia. Quel giorno Antonio promise a Lucia che insieme avrebbero portato avanti un progetto di legalità, che si sarebbero impegnati insieme per il futuro di altri ragazzi, per far si che quanti più ragazzi possibili non prendano la strada del crimine e non si trovano a sopravvivere tra reati e carceri. Uscito dal carcere di Nisida Antonio è andato a lavorare in un centro di accoglienza per rifugiati realizzato in un bene confiscato alla criminalità organizzata e intitolato alla memoria di Gaetano Montanino, il marito di Lucia Di Mauro. Sembra quasi un cerchio che si chiude. Lucia Di Mauro ha di fatto adottato Antonio, lo sta seguendo nel suo percorso di reinserimento sociale ed è diventato per lui una mamma, «l’unica mamma che ho» racconta Antonio. Sui libri di diritto e dottrina giuridica viene definita «giustizia ripartiva», la Costituzione all’articolo 27 stabilisce il fine che dovrebbe avere la pena. In un Paese in cui troppo spesso alle analisi, ai discorsi, alle teorie non seguono atti concreti, in cui il carcere ci consegna migliaia e migliaia di vicende che realizzano l’opposto di quanto previsto dalla Costituzione, Lucia Di Mauro e Antonio hanno realizzato la «giustizia riparativa» e il dettato costituzionale. Tracciando una strada di legalità vera, di impegno civile, di umanità.