Un cartello all’ingresso di Casalbordino racconta a tutti l’orgoglio della comunità per il suo campione: la medaglia d’oro conquistata alle Olimpiadi invernali di Nagano nel 1998 nel bob a due con Gunther Huber. Sono passati decenni, siamo giunti ad un nuovo millennio e quel mondo appare lontano ere geologiche, ma ancora oggi qualsiasi casalese al solo sentire il nome di Antonio Tartaglia sente salire l’orgoglio e gli brillano gli occhi.
Tartaglia è Casalbordino, la sua storica impresa è un patrimonio di tutta la comunità. Da quella magica sera Casalbordino è e resterà per sempre il paese del campione, il paese della medaglia d’oro. In quei giorni indimenticabili il ragazzo partito da un paese in riva al mare conquistò la vetta di uno sport nella neve. Una festa immensa riempì la festa, l’apoteosi il momento in cui dal balcone del municipio salutò tutti i compaesani venuti a gioire con lui e tagliò una gigantesca torta accanto all’allora sindaco Giovanni Tiberio.
Era una fredda domenica di febbraio quando, 27 anni fa, tutta Casalbordino si strinse davanti la tv per assistere al trionfo dell’illustre compaesano. Ancor più fredda la serata in cui Tartaglia tornò in paese ma la piazza fu calda e colorata come non mai. Sono passati quasi trent’anni ma l’emozione e il ricordo rimangono intatti nella memoria e nel cuore di chi ha vissuto quei magici giorni. Ricordati, alcuni anni fa, anche dall’Abruzzese fuori sede. «Quando il campione, a tarda notte, arriva in paese con la medaglia al collo, Piazza Umberto I è stracolma, assembramenti a tutte le vie – ha ricordato Gino Bucci - un enorme striscione recita “ORGOGLIO CASALESE”; lui si affaccia, saluta, taglia un’immensa pizza dolce, ringrazia e si commuove».
«Alle Olimpiadi Invernali di Nagano è in programma la finale di uno sport abbastanza misterioso, almeno per il grande pubblico: il bob a due. Il medagliere italiano - in attesa di Deborah Compagnoni - è privo di sbrilluccicamenti dorati: il pusterese Günther Huber è pronto a lanciarsi sul ghiaccio, accanto a lui c’è un ragazzone di un metro e novanta, l’uomo di spinta – ricostruisce la situazione azzurra “L’Abruzzese fuori sede” - È un uomo di mare, c’è nato sul mare, poi in montagna (L’Aquila) ha scoperto la neve e come lanciarsi sulla neve. Si chiama Antonio Tartaglia, di lu Casale, Casalbordino (CH), non lontano da Villalfonsina, tiene pure la mamma di Gissi (CH)».
«Antonio assesta un vangatone al bob rosso, urla forte e inizia a correre; il suo compare prende posizione, lui si accuccia a testa bassa, in attesa: passano 54 secondi e 27 centesimi, il tempo necessario per vincere l’oro olimpico ex aequo con i canadesi, poco male – ha descritto Bucci la grandissima impresa di Tartaglia e Huber - l’Italia riscopre il bob, il primo oro di Nagano 1998; un commentatore confonde il “CH” della provincia teatina con la Svizzera, ma Antonio se ne torna in Abruzzo».