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Olivocoltura appenninica a confronto tra rischi di abbandono e opportunità di rilancio

redazione
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Quale futuro per l’olivicoltura tradizionale delle colline appenniniche? È questo il tema al centro della tornata organizzata dall’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio che si terrà venerdì 9 giugno a Casoli. 

Con il patrocinio della Regione Abruzzo e del Comune di Casoli, gli esperti del settore si confronteranno per individuare un possibile percorso di rilancio e ammodernamento dell’olivicoltura tradizionale collinare della dorsale appenninica. Con 207mila ettari tra Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Molise che rappresentano il 21% del totale olivicolo nazionale in base ai dati del Censimento 2020, rischia infatti di divenire marginale dal punto di vista economico.

Una giornata di studio e approfondimento grazie ad illustri ricercatori del Crea, l’ente di ricerca del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, e delle università di Teramo, Perugia, Molise e Gabriele d’Annunzio (Chieti-Pescara) e con la partecipazione del vicepresidente della Giunta regionale e Assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente.

La sfida è quella di creare le condizioni per la diffusione sul territorio di modelli aziendali di successo, sfruttando le opportunità della presenza di abbondanti superfici olivicole e di un patrimonio di varietà tradizionali ad alto valore commerciale. L’olivicoltura delle colline appenniniche sconta, infatti, una forte frammentazione fondiaria e una rilevante assenza di irrigazione ma anche un elevato valore paesaggistico e ambientale nonché varietà autoctone che, con le giuste scelte, possono far sì di aumentare l’attuale bassa produttività affinché si scongiuri il rischio abbandono.

Segnali incoraggianti vengono dalla riforma della Politica Agricola Comune, con gli eco-schemi e l’architettura verde, dalla strategia ‘Farm to Fork’ con la spinta verso sistemi produttivi sostenibili e il PNRR con misure di sostegno specifiche come quella per il rinnovamento dei frantoi oleari. Uno scenario su cui innescare un percorso virtuoso per una nuova e moderna imprenditorialità olivicolo-olearia che sappia cogliere le dinamiche di mercato, tra interesse per la qualità e la distintività delle produzioni, per garantire una maggiore redditività nella filiera e un futuro roseo per il comparto.

“Fragilità e Resilienza dei Sistemi Olivicoli Tradizionali dell’Appennino”

Venerdì 9 giugno – ore 9-13

Casoli – Sala Polivalente

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