L'Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori degli stabilimenti Pierburg di Lanciano e Fossacesia, riunitasi il 14 ottobre, ha approvato all'unanimità l'Ordine del Giorno che dichiara lo stato di mobilitazione permanente contro l'opacità e l'incertezza generate dall'annunciata cessione del settore automotive del Gruppo Rheinmetall che consta in oltre 40 aziende e oltre 16000 dipendenti nel mondo.
Girano voci di una possibile vendita ad un fondo finanziario statunitense, questa ipotetica scelta solleva gravi preoccupazioni, specialmente alla luce del fatto che altri stabilimenti europei (tra cui siti in Germania e forse Francia) sembrerebbero essere stati esclusi dall'operazione. Questo fa ritenere che la scelta di vendere gli asset italiani sia arbitraria e penalizzante e che inizia a prefigurarsi uno spezzatino della divisione contrariamente a quanto annunciato.
L'Assemblea dichiara inaccettabile il tentativo di scaricare sui lavoratori la responsabilità di garantire i profitti di Rheinmetall che ci risultano abbondantemente garantiti anche dai numerosi interessi che in questo momento l’azienda ha in Italia a partire dagli accordi con la Leonardo passando per le commesse ottenute dal Governo Italiano. I lavoratori Pierburg ribadiscono e rafforzano le richieste avanzate alla Rheinmetall fin da maggio 2025 e chiedono ora con massima urgenza:
1. La presentazione immediata di un documento formale che chiarisca le vere motivazioni industriali del passaggio societario.
2. La condivisione di un piano industriale dettagliato del nuovo acquirente, con impegni chiari sulla durata, fattibilità e con l'assunzione di una responsabilità solidale da parte di Rheinmetall verificabile con cadenze prestabilite in sede Ministeriale.
3. La garanzia esplicita e vincolante del mantenimento di tutti i livelli occupazionali (inclusi i lavoratori somministrati), degli investimenti futuri e della contrattazione di secondo livello.
4. Il pieno rispetto delle norme anti-delocalizzazione italiane ed europee.
ALLE ISTITUZIONI (COMUNE, REGIONE ABRUZZO, PREFETTURA E GOVERNO) chiedono:
1. L'apertura immediata di un Tavolo di Crisi Nazionale al MIMIT.
2. La verifica della legittimità e trasparenza dell’intera operazione societaria.
3. L’attivazione di ogni strumento per impedire la svendita di un asset industriale strategico del Paese a favore di fondi speculativi.
L’Assemblea denuncia inoltre la totale mancanza di chiarezza sul futuro del contiguo stabilimento del CIE (legato al mondo bellico) sul frettoloso allontanamento delle due realtà che fino a qualche mese fa erano a pochi metri di distanza. Operazioni fatte in controtendenza alle recenti firme fra azienda e OOSS che stabilivano il riunire dei bilanci che fino allo scorso anno erano separati.
L'Assemblea approva lo stato di mobilitazione permanente fino al raggiungimento della piena chiarezza e affida alla RSU e alle Organizzazioni Sindacali il mandato esplicito di:
• Costruire un coordinamento nazionale con gli altri stabilimenti italiani (Livorno, Torino).
• Organizzare all’occorrenza iniziative pubbliche, presidi e campagne di informazione esterna.
• Rifiutare ogni ricatto morale o ambiguità aziendale. I lavoratori lanciano un monito finale a Rheinmetall: se l'azienda intende voltare le spalle a chi ha prodotto ricchezza per il suo conto in questi anni, si assuma fino in fondo l’onere sociale e industriale della transizione. In caso contrario, garantisca la continuità produttiva e occupazionale.