Dopo tre anni di operazioni, sono finiti i lavori di valorizzazione della scalinata di Via Salita Vittorio Emanuele II a Montelapiano, che è stata trasformata in un vero capolavoro di arte e cultura locale. Conosciuta oggi come "Scalinata Maggiore", questa splendida scalinata diventare uno dei fattori di attrazione del piccolo borgo del Medio Sangro grazie al lavoro dell'artista Rita Fantini e alla collaborazione dell’amministrazione comunale
La Scalinata Maggiore, con i suoi 66 gradini decorati a mano, è un bellissimo esempio di arte e tradizione locale con il suo tripudio di colori e narrazioni. Le mattonelle raccontano storie di vita vissuta dalla comunità locale. L'artista Rita Fantini, originaria del paese, ha utilizzato varie tecniche di pittura per trasformare questa scalinata in una vetrina che rievoca le tradizioni, i mestieri e le peculiarità del luogo.
Fin dai primi gradini, la scalinata racconta la storia di Montelapiano. Le scene della trebbiatura e della raccolta delle olive si fondono con i girotondi della pace, messaggio di pace ed accoglienza, nonché con la musica, i portali e il sorriso accogliente della comunità locale.
Inoltre, le decorazioni sono state poste anche lungo Via S. Antonio, che collega la piazza principale, Piazza Croce, al belvedere che si affaccia sulla Valle del Sangro. Qui, le ceramiche riportano i detti popolari tipici della zona, donando un tocco di autenticità e umorismo alle vie del paese.
“Un ringraziamento è dovuto a tutte le persone che hanno collaborato per la realizzazione di queste splendide opere, - affermato il sindaco di Montelapiano Arturo Scopino - all’artista Rita Fantini di Roma, ai titolari delle ceramiche Paolelli di Roma, agli operatori economici impegnati nella realizzaIone della scalinata quali Schieda Domenico di Civitaluparella, Coedil4 di Lafratta Alfonso di Castiglione Messer Marino e Scopino Asterio di Villa Santa Maria, al Tecnico che ha seguito gli interventi Ing. Michele Carozza, alla struttura tecnico-amministrativa comunale e a tutta la comunità locale che si è messa a disposizione per ricercare gli antichi detti del posto e che ha vissuto con entusiasmo (e con qualche critica) la realizzazione di dette opere.”